Primo Levi faceva della chiarezza e semplicità della scrittura un ideale estetico e anche morale. Ciò non gli impediva, talvolta, di lasciare sotto traccia informazioni che non riteneva essenziali per il racconto mentre lo erano nella sua concezione etica della scrittura. Ne vedremo qualche esempio in "Sequesto è un uomo", "Il sistema periodico" e alcuni racconti, anche sulla base di documenti inediti o poco conosciuti.