Dove va la filosofia: incontro con Maurizio Ferraris (Università di Torino)
Tra gli studenti si tramanda una vecchia battuta: la filosofia è quella cosa con la quale e senza la quale tutto rimane come prima. Non è così. Se anche tutto rimanesse come prima, la filosofia per chi la esercita è comunque una preziosa ginnastica del pensiero. Forse oggi non è più il tempo dei grandi sistemi filosofici che ambivano ad abbracciare l’intera conoscenza. Sono però ben vivi filoni di pensiero più specializzati, importanti in settori diversi dell’attività umana che intersecano numerose discipline scientifiche: per esempio l’etica interagisce con la biologia, la logica con l’informatica, l’ontologia con numerosi aspetti della stessa realtà quotidiana. E c’è chi sostiene che la filosofia come conoscenza del Tutto non è affatto scomparsa: semplicemente si è trasformata nella fisica.
Maurizio Ferraris è professore ordinario di filosofia teoretica all’Università di Torino, dove presiede il LabOnt – Laboratorio di Ontologia. Dopo gli studi a Torino con Gianni Vattimo, ha lavorato in Germania all’Università di Heidelberg con Gadamer e a Parigi all’Ecole des Hautes Etudes con Jacques Derrida. Collabora alla Rai come autore di programmi culturali. Come pensatore, ha sviluppato l’ermeneutica e ha proposto un “nuovo realismo” come superamento della prospettiva post-moderna e del “pensiero debole”.
Tra le sue opere più recenti, “L’imbecillità è una cosa seria” (il Muliono, 2016), “Emergenza” (Einaudi, 2016), “Realismo positivo” (Rosenberg, 2013), “Manifesto del nuovo realismo” (Laterza, 2012), “il tunnel delle multe” (Einaudi, 2008).
Tre domande alle quali si cercherà di rispondere:
Che cosa fa un filosofo?
Il mondo ha bisogno di filosofia?
Pensare è un’arte, una tecnica o una scienza?