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Piero Bianucci
I miei appuntamenti
Ferrarotti
14.09.2012

Ferrarotti, un sociologo nel bosco

 

Auditorium Fondazione Ferrero
Strada di Mezzo, 44 Alba

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Il 14 settembre alle ore 21 sarò alla Fondazione Ferrero di Alba per condurre una serata con Franco Ferrarotti prendendo spunto dai suoi due ultimi libri “Atman, il respiro del bosco” e “L’anno della quota novanta”, entrambi editi da Empirìa (Roma).

Su questi libri, che ho letto con piacere e sorpresa nel ritrovare un vivacissimo Ferrarotti conosciuto tanti anni fa durante un dibattito a Saint Vincent, ho scritto in un “elzevirino” pubblicato il 14 agosto nelle pagine della Cultura de “La Stampa”.

 

Eccolo.

 

Ne viene fuori un grande vecchio.

E la piccolezza tracotante della giunta leghista-berlusca e del suo presidente Roberto Cota, che trattano il Piemonte come cosa propria.

 

Un bambino nato nel 1926 cresceva malaticcio dietro una zanzariera tra le risaie del Vercellese. I genitori lo mandarono a respirare aria buona dai bisnonni, in una grande casa circondata da un bosco. Il bambino oggi ha 86 anni ed è tornato nel bosco, ci si è smarrito, ha vissuto una ovidiana metamorfosi in albero e ce l’ha raccontata. Si chiama Franco Ferrarotti. E’ il decano della sociologia italiana, la prima cattedra fu istituita per lui all’Università di Roma, dove tuttora è professore emerito. Per 10 anni lavorò con Adriano Olivetti, per 5 fu deputato indipendente del parlamento italiano. Ha insegnato negli Usa, in America Latina, Russia, Giappone. A Parigi ha diretto la Maison des Sciences de l’Homme. Ciampi lo nominò Cavaliere di Gran Croce. Di tutto ciò non gli importa più nulla. Gli interessa capire il viaggio della sua vita dal bosco dell’infanzia al bosco della vecchiaia.

Con le Edizioni Empirìa Ferrarotti ha appena pubblicato due libri che intrecciano un elegante autobiografismo letterario con pagine di sociologia vissuta. L’ultimo è intitolato L’anno della quota novanta. E’ l’anno in cui il fascismo attuò una politica monetaria che fissò il valore della sterlina a non più di 90 lire. Per molti proprietari terrieri fu la rovina economica, e tra questi i Ferrarotti di Palazzolo Vercellese. L’anno della quota novanta è il 1926. Il futuro sociologo veniva alla luce in tempo per ritrovarsi povero.

Qualcosa però gli è rimasto: un pezzetto del Bosco della Partecipanza di Trino, reliquia della foresta planiziale che fu lussureggiante diecimila anni fa, al termine dell’ultima glaciazione. Ce lo racconta nell’altro libro, Atman, il respiro del bosco. La Partecipanza si costituì nel 1275 come amministrazione collettiva della foresta glaciale, e si è conservata per sette secoli. Fino al 28 luglio 2011, quando la Giunta Cota, senza consultazioni, l’ha spogliata della sua autonomia. Un federalismo da federali, un padano contro la foresta padana, ha pensato il vecchio professore. Per questo è tornato nel bosco, a sognare la propria trasformazione in una quercia. Immobile e saggia.

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