Piero Bianucci

Esempio di “scrivere racconti”

 

TOP MODEL

 

Da un carteggio ritrovato a Cesenatico in un sottoscala della casa di riposo Cascina dei Galli Arzilli poco prima che le ruspe iniziassero la demolizione dell’edificio, ormai pericolante. Le cinque lettere erano ripiegate dentro una busta color amaranto e la busta giaceva sul fondo di un baule pieno di abiti da sera alquanto volgari e scollacciati. Due delle cinque lettere sono minute attribuibili alla proprietaria del baule, vissuta nel secolo scorso.




Cara Naomi,
confesso che quando lavoravamo insieme nel mondo folle e luccicante delle sfilate ti detestavo. Normale gelosia tra top model, dirai. Certamente. Ma anche una invidia quasi patologica per la tua pelle scura, sana, sempre così tesa, lucida, scattante. Per quel passo aggressivo con cui avanzavi lungo le passerelle sui tuoi tacchi alti 18 centimetri, tra le luci psichedeliche e i flash dei fotografi. E non è ancora tutto. Lo ammetto: ti disprezzavo anche dal punto di vista morale per le tue mille spregiudicate avventure, il tuo vergognoso campionario di uomini che comprendeva indifferentemente pugili, amministratori delegati, patron di scuderie della Formula 1, sceicchi del petrolio e l’ultimo giovanotto muscoloso che ti capitava di raccattare lungo la strada o nella hall dell’Excelsior.
Ma ora che tanti anni sono passati, mi farebbe piacere scambiare con te qualche lettera. Spero che tu mi risponda con lo stesso spirito. Scriverti da questo gerontocomio mi aiuta a passare il tempo e mi fa sentire meno sola. Venute meno le futili rivalità delle passerelle, potremmo forse diventare buone amiche. Almeno tu mi puoi capire: abbiamo fatto lo stesso lavoro, frequentato gli stessi ambienti, conosciuto i vari Armani, Dolce & Gabbana, Versace, Valentino... Tutte glorie ormai scomparse, dimenticate. Come noi, del resto. Dov’è finita la miliardaria moda made in Italy? Che ne è di quegli stilisti così famosi quando noi eravamo giovani e belle? Finiti. Travolti dall’arrivo delle nuove tecnologie. E dai debiti.
Dimmi qualcosa di te. Rimpiangi il tuo passato? Per quello che fu il nostro lavoro provi nostalgia o ribrezzo?
Da parte mia, cerco di non pensarci. Ma mi è impossibile riuscirci quando mi guardo allo specchio e vedo lo sfilacciarsi dell’ultimo lifting, la ragnatela delle rughe, l’afflosciarsi di quelle parti che un tempo erano turgide ed elastiche e oggi sono come svuotate, pendule e cadenti. Ah, maledetta forza di gravità!


Tua Eva Herzigova
Villa Bionde d’Annata, Gardone Riviera, 20 maggio 2044




Cara Eva,
adesso ho il coraggio di dirtelo: anche io ti odiavo con tutte le mie forze. Non sopportavo la tua pelle candida e delicata come un tulle, le tue gambe slanciate dalle caviglie sottili (ho sempre trovato le mie cosce un po’ troppo robuste, anche se toniche e muscolose). Ma soprattutto mi faceva rabbia quel tuo sorriso pulito, da santarellina, mentre io passavo per una donnaccia senza scrupoli. Basta, hai ragione, acqua passata.
Sì, la tecnologia è stata la nostra rovina, e con noi ha trascinato nel baratro tutti gli stilisti che non hanno saputo cogliere il vento del cambiamento nel mercato dell'alta moda. Chi avrebbe detto, trent’anni fa, che la Sony e la Jvc avrebbero preso il posto di Valentino e della mia adorata Donatella Versace? Eppure i segnali c’erano. A ben pensarci il primo passo verso la grande svolta lo fece già William Carothers quando, nel 1934, alla DuPont, inventò il nylon e sulle gambe delle donne arrivò quel magico velo, poi guastato da Antoine Verley nel 1958 con la sua stupida idea del collant. Se Carothers non fosse stato indotto al suicidio nel 1937 dalla depressione nervosa, probabilmente si sarebbe tolto la vita vent’anni dopo vedendo quell’orrore, quella sadica mortificazione della femminilità.
Ma il nylon fu solamente l’inizio. Fibre e materiali sintetici si sono moltiplicati a valanga: il Rayon, il Goretex, il Kevlar usato nei giubbotti antiproiettile, la leggerissima Lycra, per non parlare del Luminax, quello straordinario tessuto che brilla nel buio per uno straordinario fenomeno di fosforescenza... E fin qui ce la saremmo ancora cavata. Purtroppo l’avidità degli stilisti ha compromesso anche quel poco o tanto che si sarebbe potuto salvare. Non bastavano, a loro, le quattro stagioni del pianeta Terra, autunno, inverno, primavera, estate! Per far più quattrini, appena sono diventati possibili i viaggi interstellari ultraluminali, hanno incominciato a organizzare altre sfilate su pianeti di stelle doppie e triple come Albireo e Alfa Centauri, dove, essendoci due o tre Soli, le stagioni si susseguono e si intrecciano capricciosamente, alternandosi ogni due o tre settimane con sbalzi di temperatura da cento gradi sotto zero a ottanta sopra...
Finché, a furia di disegnare una collezione ogni pochi giorni seguita dai relativi saldi di stagione, il mercato si è saturato per eccesso di offerta ed esaurimento della creatività. Ma c'è di peggio: la gente si è ribellata a quella filosofia del lusso, della stravaganza gratuita e costosa. E’ così, mentre la tecnologia elettronica metteva a punto i primi tessuti intelligenti, si è diffuso il Movimento Ecopauperista, con le sue propaggini integraliste: i Verdi Ignudi, i Vegetariani Scalzi, i Piagnoni Biodegradabili, i Mercalliani Bioclimatici e il loro braccio violento, gli Alternativi Continui. Ti puoi immaginare donne come te o come me con abiti in lamina di sughero usa-e-getta pronti ad essere riciclati come concime nelle coltivazioni parabiotiche? O con addosso quei modelli Sony con le fodere piene di microchip in contatto con Internet via satellite, con il cellulare satellitare cucito nel polsino, con il ricevitore GPS antirapimento nascosto in un bottone?
E la tecnologia non si ferma. Non so se ho capito bene, ma ho letto che stanno arrivando novità pazzesche: dopo la generazione degli abiti computerizzati e cablati per telecomunicazioni multimediali, sembra che si profili all’orizzonte una nuova generazione di abiti con prerogative sanitarie...
A proposito, mi parli del tuo sfacelo fisico. Bèh, io ho abolito gli specchi, come fece la Contessa di Castiglione, e quindi da molti anni ignoro l’aspetto della mia faccia. Ma purtroppo le altre parti del mio corpo non possono sfuggire a verifiche quotidiane. Sappi che le vene varicose corrono sulla superficie delle mie gambe come un fitto sistema fluviale e che la cellulite mi ha trasformata tutta intera in una buccia di arancia. Il peggio però non è il disastro estetico. C’è anche il disastro funzionale: dolori reumatici, artrosi alle dita delle mani, quel poco che resta delle masse muscolari in preda a crampi dilanianti. Insomma, sono un campionario di malattie degenerative.
Scrivimi presto, ora che mi hai ritrovata. Ho bisogno di questo dialogo insieme malinconico e consolatorio. E perché ogni tanto non vieni a trovarmi? Vedo che hai scelto una casa di riposo per donne sole. Ma forse qualche gita nella promiscuità dei “Galli Arzilli” non ti dispiacerà, cara la mia santarellina… 


Tua Naomi Campbell
Cascina dei Galli Arzilli, Cesenatico, 2 giugno 2044




Cara Naomi,
tralascio le tue acute considerazioni sulle cause che hanno prima incrinato e poi fatto crollare il vecchio sistema dell’alta moda e vengo al dunque: forse abbiamo un futuro. E a promettercelo è proprio la nuova generazione sartoriale, quella che tu definisci degli abiti sanitari o salutistici.
Ieri ho ricevuto la visita di un ricercatore tecno-farmaceutico della Sigma-Theta. Un tipo giovane, dal fisico asciutto, abbronzato, disinvolto, tutto il contrario del topo di laboratorio. Mi ha spogliata con uno sguardo profondo, che è partito dai miei occhi circondati da una aureola di zampe di gallina, ha sfiorato voluttuosamente le mie guance cascanti e la bocca ormai sgangherata e semi-sdentata, si è soffermato sulle rughe del collo che mi fanno assomigliare a una secolare tartaruga Caretta caretta, e poi è sceso giù giù lungo quei sacchetti di avena che ho qui davanti, fino alle vene varicose e ai piedi distorti da callosità mostruose là dove, portando i tacchi alti, si appoggiava la pianta del piede e dove si infilavano i sandali infradito. "Eva, - mi ha detto - lei è meravigliosa, è perfetta! Al diavolo queste top model smorfiose di diciotto-vent’anni tutte sode e levigate! E’ di una donna come lei, che abbiamo bisogno, una donna che porti la sua età come una bandiera!". E poi mi ha spiegato che la Sigma-Theta sta per lanciare una linea di abiti sanitari molto promettente, roba appena uscita dai laboratori di ricerca.
Insomma, te la faccio corta. Per le prossime sfilate primavera-estate 2045 dovrò indossare delle T-shirt alle vitamine. Ogni millimetro quadrato del loro tessuto contiene seimila microcapsule di fullerene inerte dal diametro di qualche centesimo di micron, e ogni capsula contiene un cocktail di vitamine antiossidanti: provitamina A, vitamina C (o acido ascorbico), vitamina E via con tutto l'alfabeto. Il contenuto viene rilasciato gradualmente nell’arco della giornata, e le vitamine così liberate combattono i radicali liberi che insidiano la pelle con processi di ossidazione. "Capisce, - mi ha detto il giovanotto - i radicali liberi sono responsabili di quel processo che fa irrancidire il burro e con noi si comportano nello stesso modo. Vorrà mica irrancidire ancora di più?". Un paragone crudele ma efficace, non trovi, Naomi? Così guadagnerò di nuovo un po’ di soldi, e poi chissà che quelle T-shirt non funzionino meglio di una beauty farm.


Tua Eva
Villa Bionde d’Annata, Gardone Riviera, 2 luglio 2044




Carissima Eva,
dire che sono eccitata come ai bei tempi quando mi telefonavano Flavio Briatore o Donatella Versace, è dire poco. Anche a me sta succedendo quanto mi hai raccontato nella tua ultima lettera. E’ venuto a trovarmi, su appuntamento, il direttore marketing della Cyba-Giga e dopo aver attentamente soppesato con evidenti segni di compiacimento la mia dissoluzione fisico-estetica, mi ha proposto sfilate a Milano, a Firenze Palazzo Pitti, a Roma Trinità dei Monti, a Parigi e a New York in tutte le prossime stagioni. Altro che le tue T-shirt a effetto dermoprotettivo! Contro i guai circolatori che mi rendono gambe e piedi sempre freddi come se fossi un cadavere, indosserò calze e pantaloni termici con microcapsule derivate da un brevetto della Nasa: trattengono il calore e se necessario ne liberano grazie a una reazione biochimica che è stata scoperta nel fegato dei cobra. Sul busto avrò una camicetta aromatica, anch’essa in tessuto con microcapsule che rilasceranno un profumo personalizzato sui miei feromoni. Per le serate impegnative ci sono invece gonne fotosensibili che cambiano colore a seconda delle luci, cioè dell’energia dei loro fotoni, si tratti di lampade alogene, a incandescenza o a fascio laser: sono basate sulle leggi della meccanica quantistica. Sempre in tema di luce, sfilerò con costumi da bagno in tessuto di celle fotovoltaiche: l’energia prodotta serve ad alimentare l’iPod da spiaggia. Per non parlare dei costumi in stoffa fotosintetica che utilizzano lo stesso meccanismo biologico delle piante e quindi sono di un bellissimo verde pisello.
Quanto alle scarpe, ne indosserò un paio in pelle di pesce persico artificiale, un materiale biotech che, come è facile immaginare, conferisce una straordinaria impermeabilità all’acqua: ovviamente anche qui ci sono microcapsule che non solo tolgono l’odore caratteristico delle pescherie ma spandono aromi che fanno impazzire i feticisti. Ancora più straordinari sono i tailleur in tessuto antibatterico: una meravigliosa soluzione per chi ha il sistema immunitario un po’ depresso.
La collezione estate 2045 prevede poi abiti anti-ultravioletti: la radiazione solare appartenente a questa pericolosa banda spettrale viene assorbita da finissime particelle nanotech di ceramica imprigionate tra fibra e fibra. Una soluzione tessile ancora più sofisticata permette di schermare il corpo dalle onde dei telefoni cellulari e in generale da ogni forma di smog elettromagnetico. Per queste specialissime stoffe è stato necessario tessere un rivoluzionario filato in lega di alluminio rifinito con ossido di titanio. I medici spiegano che è particolarmente importante difendere dalle onde elettromagnetiche gli organi genitali. Qualcuno ha parlato volgarmente di mutande di latta. In realtà è già pronta una raffinatissima linea di metallurgia intima, e non è escluso che io ne diventi la testimonial...
Insomma, vita, vita e ancora vita!


Tua Naomi

Cascina dei Galli Arzilli, Cesenatico, 1° settembre 2044

 



Cara Naomi,
non pensare di poter suscitare la mia invidia. A leggere le tue fanfaronate, sembra che i tecnostilisti dell’alta moda sanitaria pensino soltanto a te. Non crederai di essere l'unica portatrice di acciacchi e malanni assortiti!
Sai che cosa ti dico? Spero con tutta l’anima di non incrociarti nelle prossime sfilate di Palazzo Pitti, Trinità dei Monti, Parigi e New York. Perché, carina mia, ci sarò anche io, cosa credi, e indosserò l’intera nuova linea della Neo-Salvelox. Roba che fa apparire come obsoleti, sì OBSOLETI, i tuoi slip di latta, i tuoi tailleur antibatterici e tutti gli altri stracci da prescrizioni della mutua che mi hai elencato.
Devi sapere, carina mia, che la linea 2045 Neo-Salvelox va dal cerotto diagnostico che si illumina con luci di diverso colore a seconda dei batteri che hai sulla pelle fino al guardaroba coordinato da check-up completo: maglietta con biosensori in grado di registrare quaranta diversi parametri fisiologici con due misure al secondo e uscita dei grafici su stampante, basta scaricare i dati su un palmare; sensori da sottoscarpa che segnalano su un display a cristalli liquidi qualsiasi piccola anomalia di appoggio del tallone, del tarso e del metatarso, per avere piedi sempre perfetti e riposati; calze che rilevano in tempo reale la circolazione sanguigna nelle gambe e in caso di parametri non ottimali agiscono con fibre a memoria di forma per ripristinare il circolo ideale; canottiere con microanalizzatori del DNA per diagnosi precoce dei melanomi; braccialetti e collane di perle che misurano ogni 10 millisecondi i parametri vitali della persona e li trasmettono via radio direttamente al computer del medico di famiglia...
Insomma, carina mia, indossando la linea Neo-Salvelox Check-up, oltre a incassare una montagna di soldi, tornerò ad essere sana e bella come un tempo. Probabilmente lascerò presto questo deprimente gerontocomio, quindi non perdere tempo per rispondermi. Domani mi attende di nuovo Palazzo Pitti, come negli anni d’oro. Alla faccia tua e dei tuoi frusti playboy.


Ti saluta (per sempre) una rinata Eva Erzigova.